Museion – Bolzano

A Bolzano l’architettura osa. Stupisce. La tradizionale chiusura
montana ha ceduto da tempo il passo a progettazioni che
hanno saputo allontanarsi dal passato di una città rannicchiata dentro se stessa e, oggi, in cerca di una sua modernità fatta di emozione e di impatto visivo.
Qualcosa in grado di stupire e avvicinare al tempo stesso.

Building type: Grande architettura, Musei,

Località: Trentino-Alto Adige, Bolzano, Italia,

Committente: Provincia Autonoma di Bolzano
Responsabile di Progetto: Studio Tecnico Siegfried Pohl
Progetto strutture: Ingenierbuero Krone
Volume costruito: mc 43.600
Data di costruzione: 2005/2008
Facciata: Vega System Srl
Impresa di costruzione: Rizzani De Eccher Spa
Foto: Ludwig Thalheimer/Lupe
Prodotto Model System Italia: progetto speciale frangisole in vetro per facciata, frangisole in alluminio per facciata, frangisole in alluminio per copertura, tende a rullo a trazione

 

A proposito del progetto

Museion non è solo il nome del nuovo museo aperto a Bolzano nel 2008. Il nome, derivante dal greco antico, ha anche un valore programmatico per la presentazione e la didattica dell’arte in tutte le sue forme espressive. Il risultato finale è un complesso convincente costituito dal museo, da una casa atelier e da un ponte come luogo pubblico per l’arte. Un’architettura intensa, come bilancio senza compromessi tra elementi apparentemente contrari: inserimento urbanistico e vistosità architettonica, trasparenza e chiusura della facciata, ma anche flessibilità e carattere inconfondibile degli interni, tra stupore e il richiamo della fascinazione.
Sono queste le carte che i progettisti dello studio berlinese KSV – Krueger, Schuberth, Vandreike hanno giocato per Museion; un’architettura in dialogo. Le facciate di testa, con la loro trasparenza, mettono in comunicazione il centro storico con Bolzano nuova e il paesaggio del lungofiume Talvera. Con la luce l’edificio si inserisce tra le due parti della città come un legame fisico e simbolico. Interamente composti di vetro, i fronti vetrati, aprono il museo sulla città trasformandolo idealmente in una vetrina dell’arte.
Col buio le facciate fungono da superfici per la proiezioni di opere d’arte realizzate su commissione di Museion, creando uno spettacolo di grande suggestione.
Costituite ognuna da una doppia pelle di vetro, contengono un sistema di lamelle mobili che – grazie alla loro superficie opaca – di giorno, regolano il passaggio della luce solare, e di notte invece compongono un grande schermo per le proiezioni multimediali dall’interno.
La costruzione si presenta come un cubo (lungo 54 metri, alto 25 e largo 23) dalla struttura massiccia, costruita in acciaio e cemento che appare come svuotata internamente e aperta su due lati. Le superfici trasparenti si scompongono in forme geometriche che si ripiegano verso l’interno come un imbuto.
Sei i piani complessivi: quattro fuori terra e due sotterranei. L’accesso avviene da due diversi livelli: attraverso una scalinata si scende alla sala eventi posta al livello seminterrato, mentre una rampa in salita conduce i visitatori nel foyer d’ingresso a doppia altezza. Gli spazi espositivi, resi flessibili grazie a un sistema di pareti mobili, consentono sempre ai visitatori un’apertura verso l’esterno.
La volontà di rendere gli ambienti più ampi e illuminati ha privilegiato il total white; tutto è bianco nel museo ad eccezione di elementi funzionali quali ringhiere, maniglie e arredi.
Le due facciate in vetro dell’edificio sono ventilate. L’intercapedine di circa un metro che si forma fra una e l’altra, oltre a contenere le lamelle, è adibito a canale di areazione: l’aria risucchiata all’altezza della copertura viene convogliata dall’alto verso il basso sino ai locali tecnici posti nei sotterranei; qui viene reimmessa dall’altra parte per controllare la temperatura della facciata in quel momento più esposta alle variazioni esterne. La pelle di vetro esterna è letteralmente “appesa” alla copertura per mezzo di cavi e senza alcuna struttura portante verticale. La facciata interna invece si ancora a una struttura reticolare in acciaio interna all’intercapedine.
Scartata l’idea di un rivestimento in pietra, lo studio ha scelto e proposto l’utilizzo di pannelli di alluminio ancorati a montanti verticali. La superficie dei pannelli è caratterizzata da solchi geometrici a intervalli irregolari che, nelle intenzioni dei progettisti, richiamano il chiaroscuro delle scanalature delle colonne ioniche. I pannelli lunghi 4,8 metri e alti circa 80 centimetri, sono montati a filo uno accanto all’altro creando una superficie continua. Profonde fughe di giunzione di colore grigio scuro introducono un ritmo orizzontale. L’intero edificio compresa la copertura, ben visibile dal paesaggio montuoso del contesto di Bolzano, sembra essere rivestito da un guscio metallico.