Sembrava una sfida impossibile: costruire in quattro anni l’ospedale di Mestre, dopo quasi mezzo secolo di tentativi falliti. E non un ospedale qualunque, ma una struttura sanitaria imperniata sulla persona. Non solo perché le attrezzature tecnologiche garantiscono il massimo della diagnostica contemporanea, ma per l’attenzione prestata alla tranquillità dei degenti, al loro comfort, alla loro privacy. Oggi che l’ospedale è pienamente terminato si può dire che la sfida è stata vinta. La prima pietra è stata posata il 20 febbraio 2004, il 2 maggio 2008 sono entrati i primi pazienti con l’apertura degli ambulatori per esterni. In quaranta giorni è stato mandato in pensione il vecchio Umberto I ed è diventato operativo il nuovo ospedale dell’Angelo.
“Il mio sogno di ospedale si è realizzato a Mestre – ha detto il professor Umberto Veronesi – vorrei che diventasse un modello per l’Italia”.
Il nuovo polo sanitario di Mestre è costituito dal corpo ospedale – il cui volume è cinque volte quello del Palazzo Ducale di Venezia – un’area per uffici e servizi, l’obitorio, la Banca degli occhi con i laboratori per le cellule staminali corneali. Il progetto porta le firme dello Studio Altieri e di Emilio Ambasz per la consulenza artistica. Il paziente è stato posto al centro della progettazione e dei percorsi terapeutici, elevando gli standard di assistenza e di comfort.
L’architetto argentino ha applicato all’ospedale e alla Banca degli Occhi la sua filosofia del “verde sopra il grigio”.
I metri cubi che l’ambiente perde con vetro e cemento vengono risarciti dall’area verde che circonda l’ospedale, dalla vegetazione che si arrampica sulle facciate, dal giardino interno nella hall, pensata come una grande piazza coperta punto di incontro e snodo dei percorsi che rende meno traumatico l’approccio all’ospedale. La nuova struttura è servita da linee dedicate di autobus e anche da una fermata della stazione ferroviaria. Dispone inoltre di un parcheggio sotterraneo da 1100 posti. L’ospedale ha 680 posti letto suddivisi in 350 stanze – da uno o due letti – ciascuna luminosissima e con bagno privato. In media ogni stanza è grande 20 metri quadrati. La “vela” inclinata che chiude la facciata frontale dell’ospedale – 7 mila metri quadrati sorretti da 22 puntoni, costituita da 1100 tasselli di vetro – è un elemento che difende l’ospedale da intemperie e rumori, e protegge l’atrio dove sono collocate le funzioni “di supporto”: negozi, ristorazione, le accettazioni, le zone di attesa, i punti informazioni. Sulla grande terrazza che si affaccia sul giardino interno sono collocati ottanta degli oltre cento ambulatori per i pazienti esterni. Nell’ospedale di Mestre sono in funzione sistemi di automazione avanzata per lo spostamento interno delle merci a basso impatto ambientale e silenziosità. I carrelli-robot trasportano cibi, prodotti farmaceutici, biancheria. Per prima in Italia l’Ussl 12 ha scelto la formula del project financing sanitario, realizzando l’ospedale in partnership pubblico-privata. Il modello di finanza di progetto messo a punto a Mestre ha ottenuto due riconoscimenti internazionali ed è già stato oggetto di numerose tesi di laurea.