Centro Oncologico Fiorentino – Casa di cura Villanova Sesto Fiorentino – Firenze

Fondato nel 1975 a Firenze da Paolo Felli, Antonio Andreucci e Romano Del Nord, per lo sviluppo di studi e progettazione nel settore della sanità e del sociale, il CSPE ha oggi due nuovi direttori e cioè gli architetti Giulio Felli e Corrado Lupatelli. Con un continuo spirito di rifondazione disciplinare, le esperienze progettuali del CSPE nascono da una ricerca che coniuga innovazione e sperimentazione con l’intento di ridefinire i rapporti tra tecnologia, funzionalità ed estetica. Il settore di interesse ruota intorno all’aggiornamento dei modelli per il complesso sistema sanitario: un ambito in cui la ricerca deve dotarsi di strategie globali mirate a far dialogare le priorità funzionali legate all’efficienza del servizio con quelle, più psicologiche, relative all’umanizzazione dello spazio. Da qui comincia la progettazione e cioè dall’instaurare i corretti rapporti tra la nuova architettura, i suoi fruitori, il contesto urbano, paesaggistico e le preesistenze storiche.
Tra i principali progetti si ricordano: il San Giovanni Battista di Foligno, gli Ospedali Riuniti della Valdichiana a Montepulciano, la Facoltà di Ingegneria di Modena e il polo pediatrico Meyer di Firenze.

Building type: Grande architettura, Ospedali e Case di Cura,

Località: Toscana, Sesto Fiorentino, Firenze, Italia,

Direzione lavori: Prof. Arch. Paolo Felli, CSPE
Strutture: A&I progetti
Committente: Europrogetti srl
Coordinamento per la sicurezza: Arch. Corrado Lupatelli
Facciata: Cns Spa
Data di costruzione: 2005 – 2009
Dati: mq 18.000 (2.500 restauro, 15.500 ampliamento)
Prodotto Model System Italia: Tende orizzontali a trazione FM51 special,
tende su facciata FM41, frangisole MD400 Sicur
Foto: Alessandro Ciampi

A proposito del progetto

L’intervento affronta la progettazione di un moderno centro sanitario ad alta specializzazione tecnologica che riguarda il recupero di una preesistenza storica e l’integrazione di un consistente ampliamento. L’iter progettuale inizia nel 2002, con l’autorizzazione del piano di recupero che prevede la ristrutturazione urbanistica dell’area, suddividendola in tre unità minime d’intervento e quindi la prima relativa al recupero del nucleo storico della villa; la seconda che interessa la nuova edificazione dell’ala sud-ovest del nucleo esistente con i parcheggi e il verde di pertinenza; la terza che riguarda le opere di urbanizzazione. La difficoltà di far dialogare antico e nuovo è acutizzata dal pregio paesaggistico del luogo alle pendici del Monte Morello e dalla necessità di inserire, in un contesto di valore storico e ambientale, tutta l’alta tecnologia indispensabile al funzionamento di un moderno centro di ricerca biomedica. Il luogo e la sua architettura di questa villa Trecentesca hanno un’identità storica da valorizzare, come i terrazzamenti e l’antico asse di accesso risalente alle centuriazioni romane. La demolizione delle superfetazioni preparano le preesistenze ad ospitare i nuovi volumi di progetto per cui si adotta una soluzione a piastra e strategie mirate a ridurre l’impatto ambientale con accorgimenti come ampie coperture verdi che regalano continuità tra costruito e natura. All’interno di una complessa struttura sanitaria, la distribuzione non è solo un susseguirsi di percorsi ma assume una connotazione. La tipologia dell’atrio, come elemento generatore la distribuzione, come “luogo sicuro” da dove iniziare il viaggio all’interno dell’ospedale, è uno dei temi progettuali ricorrenti del CSPE che concepisce lo spazio-ambiente come un campo semiotico all’interno del quale avviene un’interazione dinamica fra il luogo e chi lo abita. L’ala Seicentesca a sud ovest viene restaurata con l’intento di valorizzare la continuità morfologica con la villa storica. La cappella e il corpo principale della villa sono recuperati all’insegna del “minimo intervento”, mirato a una rifunzionalizzazione di supporto alle attività sanitarie specialistiche. Le destinazioni funzionali dei blocchi storici prevedono la realizzazione di attività ambulatoriali, amministrative, per la didattica e la convegnistica; mentre nel nuovo blocco sono ospitate le alte tecnologie e cioè le sale operatorie, le degenze ed i laboratori di ricerca. L’innovazione principale prevede l’introduzione della chirurgia robotica e delle ultime tecnologie computerizzate con attrezzature di ultima generazione. Secondo le priorità dell’innovazione contemporanea e cioè del costruire sostenibile, l’architettura si esprime in sintonia con il contesto storico-ambientale, con accorgimenti come altezze contenute dei colmi che non superano mai quelli delle preesistenza. Nonostante questo, la nuova addizione non rinuncia a una sua riconoscibile identità in cui concorrono materiali e tecnologie innovative. Il prospetto tipo è una composizione modulare scandita dal ritmo dei bay-window che creano aggetti e recessi in cui prevale la trasparenza ed il rapporto intervisivo con la natura. La superficie vetrata consente la massima illuminazione naturale ma è anche un elemento che funziona da accumulo termico e quindi concorre al riscaldamento passivo degli ambienti. L’illuminazione naturale è stata garantita anche nei volumi seminterrati grazie a tagli nella modellazione del terreno e lucernari tipo solatube che consentono alla luce di raggiungere anche gli spazi più profondi e interstiziali. La copertura dell’atrio è predisposta per ospitare i pannelli fotovoltaici che si integrano naturalmente al progetto della copertura.
Ad una strategia mirata al massimo sfruttamento delle condizioni naturali, nel restauro dell’antica villa sono stati adottati accorgimenti come: infissi ad alta performatività, cablaggi a pavimento per non incidere nelle murature e soffittature di pregio, massima flessibilità nella riorganizzazione della distribuzione e layout degli uffici, intonaci e tinteggiature con prodotti ecologici. Infine, per quanto riguarda l’impianto idrico per gli ampi spazi verdi, si sono riattivate le antiche cisterne che raccolgono l’acqua piovana da riutilizzare nel circuito dell’irrigazione. La sostenibilità infonde quindi il progetto fin dalle prime fasi, guidando le soluzioni tecnologiche e architettoniche verso un obiettivo comune: trasformare un luogo di lavoro in un ambiente in sintonia con la storia dei luoghi per raggiungere il massimo benessere dell’utenza e facilità di management per la committenza.