Riferimento fondamentale per lo studio delle arti nell’Italia meridionale sin dalla metà del XVIII secolo, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha sede nell’insula di Costantinopoli in un edificio monumentale del XVII secolo; l’ex convento di San Giovanni delle Monache.
L’intervento di restauro dell’auditoriom dell’Accademia richiede allo studio Alvisi Kirimoto + Partners di sviluppare due percorsi progettuali sul piano della ricerca tecnica e architettonica.
Da un lato era richiesta la creazione di un luogo perfetto per la voce naturale: un teatro dove, in maniera tradizionale e senza amplificatori elettrici, l’attore potesse entrare in contatto diretto con lo spettatore.
Dall’altra parte il progetto doveva essere disegnato nel pieno rispetto del carattere storico dell’edificio, lasciando spazio alla sensibilità e alla creatività.
Il restauro ruota intorno agli spazi della scena e della platea per estendersi al foyer e alle aree di passaggio e di servizio per il pubblico e gli attori.
I punti principali dell’intervento prevedono la rimozione delle strutture aggiunte in maniera eterogenea nel corso degli anni, la ridefinizione estetica degli interni attraverso materiali e colori, il miglioramento delle prestazioni acustiche della sala, la creazione di una platea con una visibilità ottimale, la riapertura delle finestre esterne in corrispondenza del modulo centrale, l’adeguamento impiantistico e la riorganizzazione della zona di servizio al palco.
Nell’area della platea sono state rimosse le chiusure murarie e sono stati ripristinati i grandi finestroni ad arco, ricollegando visivamente lo spazio con gli esterni dell’Accademia e con la città. La rimozione del vecchio controsoffitto ha valorizzato il cassettonato originale. I nuovi pannelli acustici del soffitto, le cui sagome derivano dal disegno delle grandi finestre, sono stati concepiti come foglie in legno grigio che assecondano la curva acustica e liberano la vista del cassettonato superiore preesistente regalando al volume una nuova ricchezza spaziale, rendendolo unico e ricollegandosi all’idea architettonica di Enrico Alvino, architetto neorinascimentale e docente presso l’Accademia cui si deve il ripensamento dello spazio conventuale ottocentesco per adattarlo alle esigenze di un luogo di formazione per gli artisti.
Oltre al miglioramento acustico della platea, il progetto ha puntato anche a migliorare la visibilità del palco per gli spettatori.
La pedana e il pavimento esistenti sono stati rimossi per realizzare un unico impalcato di platea. Le sedute, collocate a posti sfalsati, offrono ora vista libera sul palco grazie alla creazione di scalini.
Analizzando i materiali e i colori esistenti all’interno della struttura – il marmo di Carrara e il bardiglio a pavimento, le pareti caratterizzate dalle enormi arcate bianche, il grigio della pietra dei davanzali del teatro, i capitelli in oro e gli elementi decorativi, – Alvisi Kirimoto + Partners ha impostato la nuova linea guida estetica per gli interni, scegliendo il legno come elemento caratterizzante di gran parte dell’intervento.
Il legno di rovere grigio, prima sbiancato e poi dipinto, diventa così il materiale dominante del progetto, ottimale per la platea, i pannelli di tamponamento e il controsoffitto.