Auditorium Parco della Musica – Roma

“La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti. Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica o per ascoltare musica. È il suono che comanda, è la cassa armonica che deve saper vibrare con le sue frequenze e la sua energia. Io ho avuto l’avventura di costruire spesso per la musica: dall’Istituto per la Ricerca Acustico Musicale di Parigi con Pierre Boulez e Luciano Berio, al Prometeo con Luigi Nono, alla sala di Berlino alla Potsdamer Platz, alla sala del Lingotto di Torino, alla Sala Niccolò Paganini a Parma e ora all’Auditorium di Roma. In tutti questi progetti la musica è sempre stata al centro dell’attenzione: lavorando con gli acustici, lavorando con i musicisti. Ma l’Auditorium di Roma non è un semplice auditorium ma una vera e propria Città della Musica: con tre sale, un anfiteatro all’aperto, delle grandi sale di prova e di registrazione.“
Renzo Piano

Building type: Grande architettura, Auditori e Pinacoteche,

Località: Italia, Lazio, Roma,

Costruttore: Impregilo Spa
Committente: Auditorium di Roma Scarl
Costruttore: Impregilo Spa-Colombo Costruzioni Spa
Data di costruzione: 1995 – 2002
Prodotto Model System Italia: tende a rullo MS85, tende acustiche
Foto: Enrico Cano

A proposito del progetto

Nel settembre del 1995 iniziano i lavori per la costruzione del nuovo Auditorium. La scelta insediativa per il grande complesso è quella di completare, con un raccordo organico, l’orografia del paesaggio esistente, cercando in particolare di ricomporre l’artificiosa frattura venutasi a creare tra le propaggini inferiori della collina dei Parioli e la pianura fluviale su cui sorge il Villaggio Olimpico.
L’occasione di una riqualificazione urbana dell’area scelta per l’Auditorium, delimitata dal quartiere dei Parioli a sud, dal quartiere Flaminio ad ovest, dal Villaggio Olimpico a nord e da Villa Glori a est, non può quindi essere trascurata: occorre dare al luogo la stessa dignità urbana e territoriale che presentano le quattro aree che la contornano, ognuna delle quali possiede una propria identità ed un proprio modello di vita quotidiana.
L’Auditorium deve agire da un lato come sofisticato strumento di forte attrazione per un’utenza sovraurbana e dall’altro deve poter concentrare tutte le varie funzioni che costituiscono la normale urbanità di un luogo. Questo è garantito sia dalla particolare configurazione dei volumi costruiti che dalla distribuzione di tutte le attività presenti. Il cuore dell’Auditorium è composto dalle tre sale con caratteristiche diverse, in grado di soddisfare tutte le esigenze musicali: la Sala Santa Cecilia, per concerti sinfonici con coro e grande orchestra, la Sala Sinopoli, dalla maggior flessibilità acustica grazie alle posizioni differenti che l’orchestra può assumere rispetto al pubblico, la Sala Petrassi, ancor più versatile per i generi più nuovi, le pieces teatrali e il cinema. Ma esistono anche lo spazio polifunzionale del Teatro Studio, gli Studi 1, 2, 3, più tecnici e il foyer.
La Cavea, ovvero l’anfiteatro all’aperto nel cuore dell’Auditorium, può ospitare fino a 3.000 spettatori e si orienta verso la zona permeabile dell’intero volume dell’edificio. Qui troviamo infatti le aree che possono ospitare conferenze, dibattiti, incontri, attività didattiche, di studio e di ricerca, a confermare la natura polivalente di questo centro di iniziative.
Lungo viale Maresciallo Pilsudski e via Giulio Gaudini si aprono i principali ingressi al parco e ai parcheggi sotterranei, realizzando una importante continuità fisica e percettiva con la zona a sud e a est dell’area; su questo piano, su una dolce salita, emergono le tre Sale per la Musica creando una sequenza di tre volumi fortemente connotati, di dimensioni diverse, ma appartenenti alla stessa famiglia di architetture. Le tre “casse armoniche” sono immerse nel grande parco alberato e disposte ortogonalmente attorno ad una grande cavea teatrale all’aperto, rivolta verso il Villaggio Olimpico. Su questo lato, ossia su viale de Coubertin, il volume dell’edificio diventa permeabile, organizzando una serie di attività legate a funzioni più tipicamente urbane permettendo così un utilizzo quotidiano e continuo di tutto il complesso.