Sede della Polizia Locale – Segrate

Per la nuova sede della Polizia Locale del comune di Segrate
sono state impiegate le più avanzate tecnologie costruttive
per il risparmio energetico: pannelli solari, un’avveniristica
pensilina fotovoltaica che da sola copre buona parte
del fabbisogno dell’intera struttura, e ancora intonaci
fotocatalitici, facciata ventilata e termo riflettente. Un edificio
modello che punta alla sostenibilità ambientale.

Building type: Grande architettura, Uffici e Sedi Direzionali,

Località: Italia, Lombardia, Segrate, Milano,

Direzione lavori: Arch. Corrado Serafini
Committente: Comune di Segrate
Data di costruzione: 2009
Prodotto Model System Italia: MS85

A proposito del progetto

Il progetto della nuova sede della Polizia Locale e dell’antistante piazza “9 Novembre 1989” si propone come spazio rappresentativo della volontà ben precisa di creare una città di spazi pubblici e di infrastrutture per i suoi cittadini. Tutti gli elementi che caratterizzano l’intervento tendono proprio a quest’unico obiettivo: realizzare uno spazio di cittadinanza condivisa.
La nuova sede della Polizia si struttura in due corpi architettonici di forma trapezoidale, di cui uno rivestito in travertino classico controfalda e l’altro caratterizzato da una facciata continua in intonaco fotocatalitico bianco. I due trapezi sono uniti, nella loro composizione architettonica, da un corpo centrale trasparente di collegamento e da una pensilina frangisole fotovoltaica, che, a sua volta, riammaglia il costruito con lo spazio esterno della piazza.
Volumetricamente l’edificio si compone di un piano interrato e tre piani fuori terra. L’intera struttura è in cemento armato, a eccezione della pensilina fotovoltaica realizzata in carpenteria metallica. Le pareti opache, rivestite in travertino, presentano un sistema di ancoraggio a facciata ventilata che consente di raggiungere elevate prestazioni termoenergetiche e un basso impatto ambientale. Il montaggio “a secco” delle lastre garantisce infatti elevate possibilità manutentive con facili sostituzioni e riciclo a fine ciclo di vita.
A questo si aggiunge l’impiego di materiali reimpiegabili e a risparmio energetico, come la lana di vetro che consente di garantire una adeguata condizione di comfort e di risparmio in termini di isolamento; il calcestruzzo cellulare per i tamponamenti, prodotto senza emissione di CO2; gli intonaci ecocompatibili ed ecoattivi, in grado di abbattere le sostanze inquinanti; i vetri a controllo solare che, grazie a un particolare rivestimento metallico, offrono prestazioni di riflessione e/o assorbimento dei raggi solari superiori a quelle dei vetri ordinari e una riduzione dei costi fino al 68%.
Nella sua organicità la nuova sede si configura come un’importante quinta architettonica dello spazio piazza con il quale dialoga e ne diventa un prolungamento naturale. Questa logica progettuale viene rafforzata dai due assi principali di accesso, in pietra di granito grigio che, oltre a gerarchizzare lo spazio, di circa 1.064 mq (fra zone di accesso, percorsi e zone di sosta), svolgono un’ulteriore funzione: quella narrativa.
Difatti la piazza, oltre al ruolo di declinare lo spazio architettonico interno, “serve” a raccontare una storia di libertà e coscienza civile. Il progettista ha affidato l’elemento identificativo di questo concetto al monumento evocativo in pietra di travertino levigato non stuccato. Mentre eroga acqua condizionata alla cittadinanza, la scultura vuole richiamare una metafora di rinascita. A cornice di questo spazio sono poste le tre vele in pietra di granito grigio che si configurano come prolungamenti dei percorsi e attraverso le quali sgorga lentamente dell’acqua. Con il loro rumore accompagnano il visitatore conducendolo alla vasca, proiezione virtuale dell’imponente pensilina fotovoltaica che si staglia su di essa.