Fino a qualche anno fa sembrava che il grattacielo fosse un tipo di costruzione in crisi. Gli attentati alle “Twin Towers” pareva che avessero sancito il definitivo tramonto – per cause di sicurezza, oltre che ecologiche – di questo genere di costruzioni ormai appannaggio soprattutto dei paesi asiatici “in via di sviluppo”.
Negli ultimi anni si è assistito invece a un vero e proprio “boom” di nuovi grattacieli. Nella vecchia Europa è tutto un fiorire di progetti di edifici alti e qualche volta molto alti. Anche se sono altezze che, paragonate a quelle orientali, sono assai modeste, si tratta di “impatti” molto forti in relazione ai centri urbani europei. E, soprattutto, propongono un modello di città che è radicalmente non europeo. Così sta avvenendo a Parigi, nel quartiere a ovest della Senna deputato a fagocitare tutte le principali compagnie che operano nel campo della tecnologia e l’informatica: Issy les Moulineaux.
“Tour Generali” e “Tour Mozart”, hanno altezze modeste se confrontate agli standard orientali, ma di grande impatto nella capitale francese. Si può notare qui, ma questo vale per la gran parte dei grattacieli attualmente in costruzione nel mondo, come spesso i nuovi grattacieli propongano forme molto più complesse rispetto a quelli di precedente generazione. Pareti inclinate, curve basate su superfici rigate o di rivoluzione. Spesso alla ricerca del “mai visto”, e della meraviglia. Anche queste forme, come le altezze, erano finora impensabili. L’introduzione degli elaboratori elettronici nella progettazione e nella costruzione d’acciaio (controllo numerico), le hanno rese possibili.
La torre Mozart, nello specifico, all’aspetto avveniristico coniuga quello ambientale: parte della facciata è infatti ricoperta di pannelli fotovoltaici: permettono all’edificio di autostenersi energeticamente e coniugano alla funzionalità un surplus estetico che non disturba, anzi.