Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea

Il Mart non è uno dei musei che vuole trasformare la città a partire dal suo calarsi su di essa come meteora, ma piuttosto un catalizzatore che riesce a far emergere quanto è già presente nel luogo. Non si tratta di una cattedrale nel deserto, ma di un edificio integrato nel paesaggio urbano e culturale di Rovereto.
L’architettura più sapiente conserva sempre memoria, inconsapevole o voluta, di altri luoghi ed architetture. Esporre significa proprio questo, saper mettere in opera un aumento della soglia dell’attenzione attraverso la valenza emotiva dell’intervento, la memorabilità del luogo e la riconoscibilità della sua funzione che crea una predisposizione all’ascolto.

Building type: Grande architettura, Musei,

Località: Italia, Trentino-Alto Adige, Rovereto, Trento,

Collaborazione al progetto: Ing. Giulio Andreolli
Committenti: Provincia Autonoma di Trento, Comune di Rovereto
Data di costruzione: 1987 – 2002
Prodotto Model System Italia: Frangisole DP 90

A proposito del progetto

Il Mart è un luogo sorprendente. Innanzitutto per la sua dislocazione geografica, apparentemente periferica e lontana dalle metropoli italiane ed europee. La particolarità del progetto sta nel fatto che la nuova struttura, insistendo su un’area arretrata rispetto ai due palazzi storici, che si configurano con grande dignità nel loro linguaggio architettonico, non si presenta con una propria immagine autonoma rispetto alla città. Tale insediamento, lontano dal fronte urbano, inusuale per un’istituzione a carattere collettivo, ha suggerito un intervento che trasforma lo spazio esistente fra i due antichi palazzi in un viale d’accesso ad una “piazza” circolare dalla quale si accede ai differenti ingressi (museo, biblioteca, auditorium, caffetteria). Questa nuova piazza, coperta da una cupola vetrata, diviene il “cuore” baricentrico del nuovo complesso e nel contempo anche immagine dell’insieme museale che si organizza tutto intorno. È quindi lo spazio “vuoto”, la piazza coperta, la vera matrice della composizione architettonica che proprio nella sua centralità focalizza l’idea primaria di questo progetto. Non potendosi configurare come fronte urbano lungo corso Bettini, il nuovo museo ricorre all’artificio della corte interna che disegna un’immagine inconsueta, dove il visitatore al momento dell’ingresso si trova protagonista al centro dello spazio attorniato dal museo stesso. A partire da questo spazio il visitatore accede alle differenti attività espositive poste ai due piani superiori e ai servizi collocati al pianterreno. All’interno il grande atrio di distribuzione centrale propone differenti scale di lettura e di utilizzo, con l’alternarsi di mezzanini e grandi spazi che in taluni punti si dilatano dal livello di copertura sino al piano interrato e in altri vengono invece compressi con passaggi di altezza ridotta. Nell’alternarsi continuo tra ambienti generosi e passaggi limitati si gioca l’ingresso alle sale espositive, dove la configurazione spaziale più tranquilla, illuminata omogeneamente dall’alto, permette all’opera d’arte di essere protagonista. Su una superficie totale di 14.500 mq, 5.600 mq sono destinati a superficie espositiva, mentre il resto ospita una serie di spazi destinati alla conservazione, ricerca e didattica che ne fanno un vero e proprio Museo-officina, luogo di sguardi e sperimentazioni. La realizzazione dell’opera è stata laboriosa e difficile, visto l’incunearsi dell’area fra edifici esistenti e fianchi di collina. Ciò ha reso necessario uno sbancamento di terreno che ha comportato la costruzione di paratie in cemento armato di 22 metri, trattenute da tiranti d’acciaio. La struttura portante dell’edificio, scelta per lasciare la massima flessibilità possibile nelle zone espositive, è in pilastri di acciaio e solette piene in cemento armato. Il rivestimento dell’edificio, in pietra gialla di Vicenza, riprende nell’assetto marcato orizzontale dei corsi, la modularità delle modanature e delle pietre d’angolo dei palazzi Settecenteschi di corso Bettini. La posa della pietra è stata effettuata con la tecnica della “parete ventilata” che permette il massimo contenimento delle dispersioni termiche e una grande economia di manutenzione. Il sistema di montaggio sviluppato per questo progetto rende possibile rimuovere indipendentemente ogni singola pietra. La grande cupola in acciaio e vetro che sovrasta la piazza è frutto di particolari studi statici, in quanto priva di una capriata in coincidenza con l’area pedonale d’accesso al Museo. La copertura sviluppa una superficie di 1.300 mq, un’altezza massima di 25 metri ed è forata in corrispondenza della fontana posta al centro della piazza. Il diametro di questa ultima, che può ospitare 1.200 persone sedute, è di 40 metri, come il Pantheon a Roma. La pavimentazione della piazza e dei percorsi è realizzata in porfido trentino verde a blocchi e lastre. I materiali degli interni sono differenziati in base alla loro posizione e funzione: i pavimenti del foyer e dei percorsi sono in pietra nera, mentre nelle sale espositive sono posti listoni di frassino sbiancato, abbinati a pareti e soffitti bianchi. I lucernari che illuminano le sale del secondo piano diffondono la luce naturale con un articolato sistema che, oltre a consentire ottimali condizioni microclimatiche, guida e modula la luce, intercettata da tre livelli di protezione (vetro, lamelle di oscuramento orientabili elettricamente, involucri in gesso dei lucernari).