Casa unifamiliare – Varenna

Arturo Montanelli è titolare dello studio Ardea – Architettura Design Ambiente, con sede in Lecco, specializzato nel coordinamento e nello sviluppo di studi di fattibilità, pianificazione, piani di recupero e interventi esecutivi di mitigazione e salvaguardia su tematiche ambientali, architettura del paesaggio, valorizzazione di aree dimesse e recupero di edifici di archeologia industriali (studi di compatibilità ambientale e paesaggistica, metaprogettazione, simulazioni e monitoraggi, coordinamento in fase di progettazione esecutiva).
È progettista di numerosi interventi di architettura civile (ville unifamiliari, residence, loft, centri termali e wellness, ristoranti, attività commerciali) sia di nuova costruzione che di recupero edilizio, molti dei quali sottoposti a vincolo architettonico e/o paesaggistico.
Dal 1989 svolge attività didattica e di consulenza presso il Dipartimento BEST (Dipartimento di Scienza e Tecnologia dell’Ambiente Costruito) del Politecnico di Milano.
Attualmente è incaricato come Docente responsabile del Corso di Laboratorio di Sintesi Finale – settore Recupero presso la VI Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, all’interno del corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura, Polo Regionale di Lecco.
Ha partecipato come relatore a numerosi convegni, su tematiche di pianificazione territoriale e ambientale, studi e valutazioni di impatto ambientale, criteri di progettazione paesaggistico-ambientale, tecniche di bioingegneria, con relative pubblicazioni come autore o co-autore.

Building type: Residenziale, Residenze Private e Residenziale,

Località: Italia, Lombardia, Varenna, Lecco,

Collaboratori: Francesco Renzi, Silvia Polti, Fabio Tripicchio, Andrea Valsecchi
Committente: Gianfranco Bertarini
Progetto del verde: Arturo Montanelli e Maria Luisa Mauri
Foto: Toni Meneguzzo – Sandro Bacchi

A proposito del progetto

L’edificio progettato da Arturo Montanelli sorge a Varenna, un comune a pochi chilometri di distanza da Lecco, su un ripido lotto, organizzato a terrazzamenti e stretto tra il limite superiore della linea ferroviaria, che da Lecco conduce a Sondrio, e quello della sottostante strada statale, con il borgo di Fiumelatte allineato a essa, che costeggia il lago di Como.
La volontà di non intaccare il suolo con la costruzione e di godere al massimo delle splendide viste del lago ha portato il progettista a ideare un edificio compatto, di due piani fuori terra, con sviluppo prevalentemente verticale a esclusione del piano seminterrato contenente l’ingresso della casa e il locale taverna, che, sfruttando uno degli originari terrazzamenti, assume andamento prevalentemente orizzontale.
L’impianto distributivo dei tre livelli su cui si sviluppa la costruzione è estremamente razionale. Dal quadrato di base di 9,5 metri di lato viene scorporata la scala principale che collega verticalmente tutti i piani. Il piano terra a doppia altezza è destinato alla zona giorno, organizzata a open space, dove l’ambiente cucina è individuato dal soppalco, destinato alle funzioni di gioco e relax, che fraziona lo spazio. Al piano superiore le camere da letto occupano la porzione centrale di ogni lato del quadrato di base e le zone di servizio gli angoli del poligono, mentre, nel sottotetto, è ricavato un locale per il gioco dei bambini. Nel piano seminterrato, che si apre con ampie vetrate sulla piscina esterna, vi è una vasta zona soggiorno e l’accesso ai locali tecnici e di servizio.
Come in molti altri edifici che contraddistinguono l’opera di Arturo Montanelli, il progetto è l’occasione per sperimentare l’utilizzo di materiali nuovi e antichi nei loro caratteri organici.
Pietra, legno, acciaio corten e vetro sono sapientemente combinati per mettere in risalto la natura essenziale di ciascun materiale. Le murature perimetrali dell’edificio sono fortemente connotate dalla finitura esterna di grandi blocchi di pietra calcarea provenienti dallo scavo,lavorati in cantiere e posati,con ampie fughe di malta,con la tecnica “raso pietra”caratteristica della zona. Il rivestimento di pietra consente alla costruzione di radicarsi al suolo e trasmette, attraverso la sua gravità, un forte senso di appartenenza al luogo, facendo dell’edificio una sorta di prolungamento della montagna verso il cielo. A contrastare la massa della costruzione vi è la gronda di vetro, che ha permesso di evitare le forzature d’ombra orizzontali “ingentilendo e ammorbidendo” la presenza volumetrica dell’edificio, che nella luce serale del tramonto quasi si confonde con il profilo delle montagne retrostanti. Il controllo delle condizioni climatiche e il risparmio energetico sono stati fondamentali nel progetto dell’edificio.
La stratificazione delle pareti verticali esterne, che comprende il tamponamento di termolaterizio, un isolamento di lastre di polistirene espanso ad alta densità di 10 cm di spessore e lo spesso rivestimento di pietra,realizza un involucro massivo dotato di una notevole inerzia termica, che, riducendo lo sfasamento termico,assicura un comfort ambientale ottimale.
Per i componenti finestrati sono stati utilizzati prodotti e tecnologie a elevate prestazioni. Il telaio di alluminio dei serramenti è a taglio termico, i vetri sono bassoemissivi e con doppia camera con interposto gas argon, che possiede proprietà isolanti più elevate rispetto alla comune aria disidratata. L’utilizzo di vetrate isolanti evolute riduce di circa un terzo le dispersioni di calore delle superfici vetrate rispetto a una vetrata isolante tradizionale.
Per controllare il surriscaldamento estivo e l’oscuramento delle vaste superfici vetrate sono state realizzate veneziane esterne di alluminio, avvolgibili, orientabili elettricamente e dotate di sensori di pressione del vento. La configurazione, il dimensionamento e la posizione delle aperture esterne realizzano buone condizioni naturali di ricambio d’aria ristabilendo le condizioni di equilibrio termoigrometrico e la salubrità dell’ambiente interno.