Artisan shoes – Montegranaro

La Valle del Chienti e le zone collinari che la contornano ha i
caratteri morbidi di molto del territorio marchigiano: coltivazioni di ulivi si alternano a profonde macchie boschive. In antico l’area era ricca di querce, di cui ancora oggi permangono imponenti esemplari. Lungo il Chienti e nei valloncelli compare poi la classica vegetazione ripariale, costellata di salici. Questo contrasto tenace fra le masse boschive, la vegetazione mediterranea delle coltivazioni e le aree umbratili di fondo valle caratterizza l’intero affaccio dell’area, molto panoramico e suggestivo. È qui che il progetto di Guido Canali ha trovato il suo naturale habitat, nel pieno rispetto del genius loci che impone l’architettura.

Building type: Grande architettura, Stabilimenti Industriali,

Località: Marche, Montegranaro (AP), Italia,

Direzione lavori: Giuseppe Polvani
Collaboratori: Riccardo Pieraccini, Moreno Pivetti, Stefano Manfredi
Committente: Prada Engineering
Progetto del verde: Studio Canali con la consulenza di Ivano Garbujo
Data di costruzione: 1997 – 2001
Foto: Alessandro Ciampi, Carlo Valsecchi, Paolo Barbari

A proposito del progetto

Lo stabilimento di Montegranaro (AP) è stato realizzato in un’area collinare nella valle del Chienti, su un lotto caratterizzato da un forte declivio. Il luogo, contraddistinto da un insediamento industriale di recente formazione, si affaccia dall’alto sull’intero arco collinare. Sullo sfondo il centro di Montegranaro.
Il contrasto tenace fra le masse boschive, la vegetazione mediterranea degli ulivi e le aree umbratili di fondo valle caratterizza l’intero affaccio dell’area, molto panoramico e suggestivo.
Nel delineare l’ipotesi di intervento è emerso subito il contrasto di scala tra i primi piani contigui all’area, caratterizzati da una recente edilizia piuttosto disomogenea, e la particolare evocatività delle sequenze collinari distanti.
Il laboratorio è un blocco molto compatto, su due livelli. Una sorta di elemento ordinatore dell’intervento – l’aula a pianta centrale – che da lontano delinea un’immagine compatta e severa, in contrasto voluto con la disomogeneità dell’edilizia circostante.
Contiguo al laboratorio si sviluppa l’edificio ad uffici con il giardino, che mostra all’esterno un muro compatto, incassato nel profondo rilevato e punteggiato da pochissimi elementi verdi: ulivi e lecci. Hortus conclusus, giardino cintato. Quinta che protegge e separa dalla strada.
Articolati su due livelli, gli uffici si affacciano sul giardino e su una sequenza di patii interni, delimitati da ampie facciate continue che rappresentano un elemento di contrappunto introverso e nascosto alla sequenza dei muri esterni. La trasparenza su cui è costruito l’edificio ad uffici amplifica i punti di vista, le relazioni spaziali, le risonanze tra giardino, patii interni e paesaggio collinare. All’interno, il vero protagonista è proprio il paesaggio. I percorsi e la sequenza visiva sono costruiti per realizzare dei cannocchiali ottici, dei punti di vista privilegiati verso l’arco collinare.
La piccola galleria vetrata – hall degli uffici – si incunea tra i due patii a cannocchiale e salda gli uffici stessi al laboratorio, in una luce zenitale che rende più morbido il contrasto con i severi muri dello stabilimento. All’esterno, in sequenza, i setti murari controventati da tralicci metallici delimitano l’edificio verso valle e ne costituiscono il vero prospetto esterno. Un’idea di finestra elementare, alta da terra a cielo.