Maxxi – Roma

Ha aperto ufficialmente nel maggio 2010, a Roma, uno dei musei di arte contemporanea più grandi al mondo.
Ideato dell’architetto Zaha Hadid, costato 150 milioni di euro, vuole manifestare l’idea di un impegno concreto verso l’arte del futuro.

Building type: Grande architettura, Musei,

Località: Roma, Italia, Lazio,

Committente: Ministero per i Beni e le Attività culturali; Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee
Impresa di costruzione: Consorzio MAXXI 2006
Data di costruzione: 2003 – 2010
Foto: Roland Halbe
Prodotto Model System Italia: Sistema composito di tende filtranti-oscuranti orizzontali a trazione forzata

A proposito del progetto

Il progetto vede la luce nel 1998, l’inizio dei lavori nel 2002 e la sua inaugurazione ufficiale nel 2010. Queste, sinteticamente, le tappe di un percorso lungo, impegnativo, che ha visto l’avvicendarsi di sei governi diversi e – come tutti i grandi progetti – assistito a polemiche di ogni tipo.
Chiamarlo museo forse è riduttivo, perché il Maxxi nelle sue intenzioni non vuole essere un museo come gli altri. Soprattutto non vuole connotarsi come un luogo dove esporre “soltanto” delle opere d’arte; vuole essere invece un laboratorio di ricerca per il confronto tra diversi linguaggi contemporanei: design, moda, cinema e pubblicità in dialogo con l’arte e l’architettura.
Una vera e propria fabbrica della creatività. Anche perché, guardando questa sorta di navicella spaziale che ha impreziosito il quartiere Flaminio, si ha davvero l’impressione che già l’edificio, da solo, sia un’opera d’arte.
Nei suoi circa 27.000 mq il Maxxi si divide in due parti, MAXXI Architettura e MAXXI Arte.
Il primo é un museo nazionale dedicato esclusivamente all’architettura dal XX secolo alla contemporaneità dove verranno mostrate e analizzate le diverse personalità che si sono distinte nei due secoli. MAXXI Arte invece vuole presentare al pubblico i diversi linguaggi dell’arte contemporanea attraverso mostre, conferenze, documentari, spettacoli teatrali e musicali. I “due Maxxi” in comune hanno gli spazi e le risorse per le attività culturali; la loro coniugazione è realizzata attraverso stili innovativi che sembrano rincorrersi in un percorso che rifiuta la linearità. Il complesso architettonico è caratterizzato da forme curve, realizzate con strutture in cemento armato faccia a vista, vetro e acciaio, che si intersecano a sbalzo su piani sovrapposti fino a disegnare una sorta di L.
“L’idea alla base del progetto – come dichiara infatti Zaha Hadid – e` quella di movimento, un movimento generato da linee di forza che, sovrapponendosi, creano diversi livelli. Lo stesso sito, con la sua forma a L, suggerisce e scaturisce queste linee di forza, dando vita a spazi interni ed esterni che si intersecano, senza rinunciare alla robustezza dell’edificio”.
L’architetto decostruttivista iracheno ha concepito il MAXXI come un “campus urbano aperto alla circolazione pubblica”; un mondo nel quale tuffarsi piuttosto che un edificio come oggetto firmato. Il Museo è strutturato su tre piani collegati da ponti, assembla in sé arte ed architettura in volumi articolati coperti da un tetto in vetro progettato come filtro per un uso modulato e zenitale della luce naturale, ma anche come trait d’union tra interno ed esterno.
Intorno ad una grande hall di accoglienza a tutta altezza ruotano gli spazi commerciali, la caffetteria, i servizi didattici, i laboratori di conservazione e restauro, le sale per eventi dal vivo e convegni.
L’idea progettuale ha concepito uno spazio che non si esaurisce in un percorso lineare, ma si presenta come una complessa rete di percorsi che si snodano all’interno delle gallerie come ad impedire al visitatore di poter tornare sui propri passi così, proprio come nel labirinto del Minotauro, ritrovare l’uscita non è facile.
Ma perdersi in un’architettura del genere, tutta giocata sui toni del bianco, del grigio e del nero, è già di per sé un’esperienza affascinante.